Responsabili Laici di Oratorio

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Una, due, cento, mille storie…

Come si può raccontare la storia di una cooperativa che si occupa di educare i giovani alla fede, attraverso l’oratorio?
Lo si può fare certamente ricordando gli inizi, le indicazioni del sinodo diocesano in cui si sceglieva di chiedere a dei laici di dedicare una parte significativa della propria vita alla cura della quotidianità e dei percorsi di fede proposti alle giovani generazioni, lo si può documentare chiedendo ai più di 100 laici che si sono avventurati in un lavoro nuovo e da costruire qualche esperienza significativa…

Lo facciamo con alcuni numeri che evocano il lavoro educativo della nostra cooperativa.
20: sono gli anni della cooperativa Aquila e Priscilla, nata il 9 dicembre 1997. Chi è nato in quel giorno, oggi potrebbe avere già compiuto una significativa parte del cammino dell’oratorio: vuol dire che l’esperienza di laici in oratorio ha già una bella storia da raccontare…

1.700: sono le ore di lavoro annuale di un responsabile laico di oratorio, ore dedicate al dialogo, alla progettazione, alle riunioni con altri, all’incontro personale… se le moltiplichiamo per gli anni di vita della cooperativa e per il numero delle persone che hanno lavorato con noi… non c’è una cifra precisa, ma sicuramente sarebbe un numero con parecchie cifre. Una sapienza educativa, giocata nella realtà, davvero notevole!!!

25.000: sono i bambini che tutti gli anni si incontrano nelle varie attività, dal catechismo all’oratorio estivo, che poi vuol dire altrettante famiglie, spesse volte rappresentate dai nonni oltre che dai genitori. Tra la tradizione, il dovere, la scelta nei confronti di percorsi che hanno molteplici significati, comunque ogni singola realtà e quindi ogni responsabile di oratorio è un punto di riferimento per molte persone.

70: è il numero delle lingue parlate nei nostri oratori! Segno della società multiculturale in cui siamo inseriti, che fa dell’oratorio un luogo di incontro, a volte di scontro, comunque di realismo: siamo in questa società e ci vogliamo sempre più attrezzare per essere attenti alla quotidianità, segnata da problemi, tensioni, ma anche aperti alla “nuova Pentecoste” che si può sperimentare ogni volta che si annuncia il Vangelo

150: sono gli oratori che hanno avuto, almeno per un anno, un responsabile di oratorio; non sono pochi se aggiungiamo questi due dati: nella diocesi di Milano le parrocchie sono 1107, quindi la nostra presenza ha toccato almeno 1 parrocchia su 10; ma tale proporzione si riduce ulteriormente se pensiamo che molti lavorano in Unità o Comunità pastorali, quindi sono a contatto con più parrocchie

4: è il numero degli Arcivescovi che nel frattempo si sono succeduti nella Diocesi di Milano, e tutti hanno confermato la bontà della scelta, dal Cardinale Carlo Maria Martini che l’ha voluta iniziare, al Cardinale Tettamanzi che ci ha chiamato nei direttivi delle Comunità Pastorali, quindi con una nomina arcivescovile, al Cardinale Angelo Scola che ci ha aiutato a ridefinire il nostro compito all’interno della comunità educante, all’Arcivescovo Mario che ha sollecitato una riflessione sull’oratorio e sulla regia educativa considerando la nostra preziosa presenza.

1: è l’obiettivo del nostro lavoro, da qualsiasi situazione si parta: permettere a tutti di incontrare Gesù, nel modo e nel tempo in cui la libertà di ciascuno lo renderà possibile.