I GIOVANI E LE DIPENDENZE

“…la nostra vita è piena di grandi e piccole dipendenze…”

 

di Emanuele CONTALDO

29.01.2015 – C’è un paradosso che mi ha sempre colpito: da un lato adolescenti e giovani rivendicano una forte autonomia nelle loro scelte, dall’altro spesso finiscono vittime loro stessi di grandi forme di schiavitù.
Dalle dipendenze più banali quali il fumo e la droga a quelle un po’ più subdole come la playstation o le mode.
Si badi bene, non sto esprimendo un giudizio negativo su sigarette, canne, videogiochi o vestiti, ma sto cercando di mostrare quella sottile linea che intercorre tra il fare uso di qualcosa e il dipenderne.
Infatti, non tutte le dipendenze partono sempre da qualcosa che è definibile a priori come negativo; se qualcuno potesse ritenere il fumo, le droghe o l’alcol come sostanze da cui è meglio stare alla larga, nessuno si sognerebbe di inserire in questo elenco i videogiochi, la moda, il cellulare o i social network. Tuttavia, si può diventare dipendenti sia dei primi, che dei secondi.
Proprio per questo, ad esempio, non amo la distinzione, che tanto va di moda tra droghe leggere e droghe pesanti, forse frutto più di strategie di mercato che di una seria riflessione pedagogica.
Preferisco credere che esistano soltanto sostanze diverse, con effetti distinti e danni differenti. Un ragazzo potrebbe aver solamente provato la cocaina, ma non esserne dipendente; a differenza di un adolescente che, magari ha fumato solo canne in vita sua, però non se ne riesce a staccare.

Ciò che fa problema, per me, non è tanto la sostanza assunta, quanto il grado di dipendenza della nostra vita da tale droga.
Se uscendo con gli amici mi capita di fumare qualche canna è un conto, ma se ogni giorno non sono in grado di farne a meno, in realtà sono diventato schiavo della cannabis.  Così, quella che avrei voluto fosse la mia libertà di scelta è divenuta una subdola forma di schiavitù. Forse non si tratterà di quella dipendenza fisica, che troppo spesso attribuiamo soltanto ai tossicodipendenti, perché così è lontana ed estranea da noi e fa meno paura, ma proprio per questo si maschera meglio e ci illude di avere la situazione sottocontrollo.

Quanti ragazzi che incontro mi dichiarano di poter smettere di fumare in ogni momento, ma quando non fumano una sigaretta per ore sclerano facendo scenate incredibili senza neanche accorgersene? O quanti adolescenti, sotto i nostri occhi, non riescono a staccarsi neanche un momento dal proprio cellulare, magari connettendosi a Facebook in ogni momento per essere sempre informati di cosa fanno gli amici? O, ancora, quanti giovani passano intere giornate davanti ad una console ignorando altre persone che vorrebbero stare con loro? Purtroppo la nostra vita è piena di grandi e piccole dipendenze e di ciò dobbiamo prenderne atto.
Continuare a far finta di nulla, illudendosi di poter smettere di fumare quando si vuole, di essere in grado di uscire dal tunnel delle droghe appena lo desideriamo, di abbandonare lo shopping convulsivo, di riuscire ad ignorare il nostro cellulare, non ci è d’aiuto.

Essere consapevoli delle proprie dipendenze è, invece,  il primo modo per cercare di vincerle. Fino a quando non mi accorgo dei miei cambiamenti di umore, dovuti al fumo di una canna o alla mancanza di un vestito firmato, non potrò mai mettere in atto strategie alternative per superare il mio problema. Troppo spesso, inoltre, il mondo adulto, perpetuando un modello di tipo proibizionista che illustra, per esempio, gli effetti negativi delle droghe senza approfondire le motivazioni che portano un giovane a drogarsi, non è di aiuto ad adolescenti e giovani.

Infatti, i ragazzi, oggi, più che in passato, sono informati molto bene sugli effetti negativi delle droghe, forse vogliono capire meglio cosa si prova, quali sono gli effetti ricercati nell’assunzione di certe sostanze.
A volte, inoltre, si è di fronte ad imbarazzanti incoerenze del mondo adulto: genitori che impediscono ai loro figli di fumare, quando loro sono i primi a non riuscire a staccarsi da una sigaretta, educatori che predicano ai  loro ragazzi la moderazione dell’uso dell’alcol e in realtà al sabato sera li trovi brilli in giro per pub.
Solo quando il mondo adulto avrà fatto i conti con le sue dipendenze, o almeno si sarà reso cosciente dell’incoerenza che vive, sarà in grado di dare spessore ai suoi consigli e alle sue raccomandazioni. E vi assicuro che in quel caso basteranno anche mezze parole o certi sguardi per essere ascoltati dai propri ragazzi.

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