AUTUNNO, TEMPO PER RICOMINCIARE

BLOG di Christian CANZIANI

08.09.2016

Ci sono 3 inizi durante un arco di tempo annuale: il capodanno che segna l’inizio di un nuovo anno dopo la nascita di Gesù, il proprio compleanno ricorda che il tempo personale passa mostrandoci la crescita ed il mese di settembre che, ormai, è considerato l’inizio o il ritorno delle attività che intrattengono, ci strutturano e ci accompagnano per tutte le stagioni fino alla cosiddetta successiva pausa estiva.
Come ci ricorda Qoelet, “per ogni cosa c’è il suo tempo” ma noi siamo pronti a vivere questo tempo senza perdere il gusto di ciò che scegliamo di fare e di ciò che viviamo?
Da educatore, credo che l’importante sia trovare un equilibrio tra la scansione naturale e meccanica degli eventi e degli impegni ed il desiderio umano di godersi il tempo nel migliore dei modi per cercare ciò che riteniamo più giusto e buono.
In questo pensiero, ho annotato due termini che ritengo importanti da sottolineare e da condividere: equilibrio e desiderio.
In primo luogo, mi soffermo sulla parola equilibrio: secondo il dizionario Devoto Oli, si intende uno stato di quiete di un corpo, o meglio una condizione per cui un corpo sta fermo o, muovendosi, conserva un suo determinato assetto, dovuta alla reciproca compensazione delle forze che agiscono sul corpo.
In soldoni, credo che possiamo legare questa parola -presa in prestito dalla fisica- ad un discorso più musicale e meno asettico: l’armonia, ossia il piacevole accordo di voci, strumenti o rumori.
Io credo che senza un equilibrio una persona non riesca a dare il meglio di sé e non riesca a leggere dentro di sé ciò che gli viene chiesto di vivere e di sperimentare in questo viaggio terreno.
Spesso, nel mio lavoro, utilizzo molto la parola equilibrio rischiando di essere accusato di “essere troppo teorico e poco pragmatico” e di conseguenza, ho provato a condividere con gli adolescenti che mi sono stati affidati come animatori nel corso di questa estate un’immagine molto evocativa e “di impatto” che è la dimostrazione che equilibrio e armonia possano concretizzarsi: il coro gospel. Penso che sia  una metafora molto chiara per raccontare l’importanza della singola persona e la sua responsabilità che, se dovesse stonare, possa intaccare la bellezza della coesione e dell’espressione, l’armonia dei membri e l’equilibrio tra chi canta e chi ascolta.
Tornando ad un discorso meno sociale e più egocentrico, credo che l’immagine del coro in armonia possa aiutarmi a spiegare meglio l’importanza di un equilibrio tra le agende dell’anno delle attività -ormai da supermanager della nostra vita- (con tanti impegni quanti potevano essere gli spazi orari vuoti) e la bellezza di esserci con il corpo, con l’anima e con la mente: a volte, mi piace pensarmi come un insieme complesso e complicato di cellule, sogni, energie e spirito, e sta a me scegliere se creare in essi uno stato di quiete, di pace, di serenità oppure se pretendere, sempre più violentemente, di “arrivare a tutto” fregandomene del percorso, del risultato e di chi mi sta attorno!
Altro discorso che non voglio trattare qui è questo “bisogno smisurato” di dover riempire ogni singolo momento della giornata di attività, quasi per paura di dover vivere il tempo destrutturato.
In secondo luogo, vorrei soffermarmi sulla parola desiderio.
Secondo il dizionario Devoto Oli, per desiderio si intende il proposito o l’augurio di ottenere qualcosa per soddisfare i propri bisogni o propri gusti.
Senza una propria definizione di Speranza, il desiderio rischia di piegarsi su se stesso rendendo quell’aspirazione desiderata solo una facile soddisfazione del bisogno o della voglia che passa da un momento all’altro: di conseguenza, il desiderio rischia di limitare la libertà e ci fa perdere tempo.
Penso che in un’ottica di Speranza, non deve mancare prima di tutto l’analisi di ciò che sentiamo come bisogno per desiderare, con perseveranza e rispetto di sé e di chi ci sta attorno, ciò di cui sentiamo la necessità.
In particolare, penso che un cristiano riesca a distinguersi perché trova in Gesù e nel suo messaggio non solo una bussola per desiderare “al meglio e puntando in alto”, ma vede, sente e sperimenta in quel Figlio Prediletto, la perfetta concretizzazione della Parola di un dio che ci fa sentire amati così come siamo, nonostante i nostri mille limiti e difetti.
All’inizio di questo nuovo anno scolastico / anno oratoriano / anno sportivo, da educatore, ci tengo a ricordare e a ricordarmi che è bello vivere un altro anno nella Chiesa, nel rispetto dei pastori che ci sono donati e nel pezzo di popolo (grande o piccolo che sia) in cui siamo chiamati ad essere umili servitori dei servitori e del prossimo: solo così, ciò che vivremo e ciò che sceglieremo di fare saranno illuminati dalla Luce di Dio evitando di sentirci nel freddo buio e, solo così tutti, noi, lavoratori, studenti, genitori, allenatori e giocatori non cadremo nella frenesia che ci fa dimenticare quanto sia bello vivere nonostante tutto.
Perché ogni anno che passa sia un passo verso la vera pace e non “altro tempo passato”.

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