L’AMORE CONCRETO PER CAMMINARE VERSO GESÙ

Christian CANZIANI

BLOG di Christian CANZIANI

28.04.2016

 

«Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avete amore gli uni per gli altri» (Gv 13,35).

Leggendo e riflettendo sulle parole che sono state donate ai ragazzi alla Santa Messa del Giubileo dei Ragazzi presieduta dall’amato Santo Padre Francesco, mi sono domandato: in questo discorso sull’amore e sulla libertà, sulla responsabilità e sul coraggio di scegliere la strada giusta, io, come educatore e come strumento, a che punto sono? E, soprattutto, riesco ad aderire a questa caratteristica identitaria peculiare dell’essere cristiano che è l’amore?
Tante volte vediamo l’amore di Cristo morto sulla croce per tutti, nonostante tutto, e risorto sconfiggendo il male come una “cosa ideale”, quasi come se fosse un’utopia bella da raccontare o un romanzo da rileggere di tanto in tanto, per prendere qualcosa come spunto per la nostra vita: nei giorni scorsi, ancora una volta, mi sono accorto che l’amore che Papa Francesco ha definito “concreto” è fatto da cose, gesti e simboli semplici… romanticamente, potremmo pensare che la scelta del pontefice fosse una “trovata” dell’ultim’ora per farci sentire la sua presenza e mostrarci la sua divertente “messa alla prova delle forze di sicurezza”… pedagogicamente parlando, invece, la scelta di vedere nel caos di Piazza San Pietro quel vescovo bianco curvo, insieme ad altri preti, sui ragazzi ad ascoltarli e a confessarli come un semplice sacerdote sia un messaggio limpido e chiaro: “ricordiamoci che prima di tutto siamo tutti strumenti nelle mani di Cristo e non ci chiede altro che far trasparire Lui nelle nostre parole, nei nostri sguardi e nelle nostre coerenze nonostante la fatica di coabitare in strutture che spesso rallentano questo amore che potrebbe travolgere e contagiare tutti”. Lasciatemi credere che questo pensiero che, da sabato porto nel cuore, sia stato uno dei suoi pensieri!
Se è vero che vivere è la nostra pellegrina esperienza terrena per arrivare a Lui, servono queste parole semplice e questi gesti per non scoraggiarci, per non fermarci a sostare pigramente e per dirci, ancora una volta, che Dio ci ama nonostante i nostri limiti e i nostri difetti e che, attraverso i nostri sacerdoti, siamo chiamati a rialzarci per continuare a camminare illuminati da una luce che rende magico ogni momento della nostra esistenza.
“Volete vivere questo amore che Lui ci dona?”
Papa Francesco ha spronato i ragazzi con questa domanda semplice… ma noi cosa rispondiamo? Dobbiamo tornare “piccoli” per capire le parole di Gesù e mi domando se questa omelia ricca di suggestioni che stupiscono e di esempi concreti attuali (la metafora delle app del cellulare è stata cool!) abbiamo cercato di farla nostra, noi che siamo semplici strumenti che, senza Gesù e il suo amore concreto, sarebbero vuoti e inutili.
Presi dal “fare” e “organizzare”, dalla manutenzione di edifici e equilibri vari, mi domando se siamo sempre grati di questo dono speciale che è la sua amicizia. Forse è così, tornando umilmente a Lui sfiduciati dai calcoli politici e mondani, che riusciremo a far vivere le regole, la morale e la Sua Parola come vera e propria grammatica per rendere ancor più belli l’affetto e la tenerezza, ancor più forti il coraggio e la sapienza nel scegliere responsabilmente in ogni momento.
Siamo educatori chiamati ad accompagnare verso Gesù come via da percorrere, come verità da accettare e come vita da vivere.

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