ADOLESCENTI: COME FARE?

BLOG di Stefania CAPOFERRI

19.05.2016

Parrocchia San Pietro Apostolo – Diocesi di Pavia

“Rendimi il tempo della mia adolescenza, quando ancora non ero me stesso se non come attesa. Rendimi quei desideri che mi tormentavano la vita, quelle pene strazianti che pure adesso rimpiango. La mia giovinezza… Basta. Sappi rianimare in me la forza dell’odio, il potere dell’amore”. 

Con queste parole, Goethe nel Faust ci offre una descrizione memorabile dell’età “inquieta” dell’adolescenza.  

13219829_10208132547248722_1001597733_nUn’immagine, potente ed evocativa, di questo periodo della vita caratterizzato da compiti di sviluppo da assolvere e da dinamiche evolutive attraversate da straordinarie spinte vitali che rendono questo tempo unico e affascinante: il tempo in cui “si scommette il futuro”. 

Ma la domanda che sempre ci poniamo, come adulti e come educatori, è questa: ma come fare? Come guardare e cosa proporre all’adolescente del terzo millennio, le cui relazioni passano spesso dallo smartphone e dai socialCome accompagnare e sostenere, oggi, questi ragazzi perché vivano al meglio questo tempo così prezioso? 

Innanzitutto conoscendoli! In adolescenza, si sa, cambia tutto dei ragazzi: la percezione del mondo attorno a loro, la percezione del sé, il corpo, le relazioni e cambiano i loro interessi. In loro si amplificano in modo esponenziale le emozioni, il “sentire”, in questo vortice di idee, relazioni, cambiamenti ed emozioni, non di rado, come scrive il prof. Charmet nel libro “La paura di essere brutti”, rinchiuso dentro il timore di essere inadeguati, incapaci di raggiungere successi sociali e sentimentali.

Qui, in questo intreccio di sentimenti, tra prove ed errori, si articola la vita del nostro adolescente, spesso non capito nel travaglio di inquietudini che lo abitano. Spesso, troppo spesso, noi adulti, non riusciamo molto a capire. Ci rifacciamo alla nostra esperienza personale, a quanto ha fatto bene a noi e a quanto noi abbiamo vissuto, pensando che “farà bene anche a loro”. Cerchiamo di interpretare con le nostre categorie il loro mondo, la loro vita e su queste congetture articoliamo progetti, cammini educativi ed eventi che spesso rischiano di risultare “un flop” accumulando sconfitte e ignorando il fatto che la società, il mondo e loro, i nostri adolescenti, sono cambiati!

Le nostre aspettative, come sempre si infrangono… e rimaniamo delusi. 

Come disse William Golding ,“il mio passato mi accompagna, sta al passo come un’ombra grigia che mi scruta dalle spalle”. Come possiamo liberarci dai pregiudizi e dai preconcetti, aperti a un mondo che cambia con ritmi sempre più veloci? Come fare, allora? Cosa proporre a questi ragazzi? Abbiamo il dovere di essere adulti competenti, capaci di mostrare passione verso quello che facciamo, per gli adolescenti

Quattro spunti:

1- Le agenzie educative che si rivolgono agli adolescenti devono essere competenti e appassionate. Un adulto che non esprime passione verso quello che fa non diventa un riferimento per gli adolescenti.

2- L’adulto deve avere voglia, tempo e competenze per stare con loro e accompagnare il loro percorso. 
L‘adulto competente, scrive Charmet, per questi adolescenti, “è chiunque coltivi ed esprima una forte passione per “qualcosa”. Quando gli adolescenti individuano qualcuno che secondo loro va bene, in base a criteri difficili da decodificare, si coinvolgono. Anche un docente “un po’ svitato”, ma realmente appassionato della sua materia, diventa un punto di riferimento sicuro, una risorsa. “Gli altri adulti – quelli opachi, spenti – non sono contestati, non sono avversari da abbattere, semplicemente rimangono del tutto irrilevanti”.
3- La fatica. Abbiamo la responsabilità  di educarli alla fatica … sporcarsi le mani e fare fatica perché la fatica è una legge indispensabile per dare senso alle cose che faccio e imparare il senso anche stando dentro alle regole perché le regole sono portatrici di valorisenza regole non si può costruire nulla.

4- Uno spazio di rielaborazione. In un tempo in cui i ragazzi consumano emozioni ed esperienze, troppo spesso digitalizzate, rischiando di farne un’indigestione è fondamentale il confronto e la possibilità di rileggere la propria quotidianità.

Una proposta potrebbe essere utilizzare il momento delle vacanze e in particolare dell’Oratorio Estivo, il Grest, esperienza significativa dentro la quale si impegnano moltissimi adolescenti.

Molto spesso ci siamo giustamente concentrati, durante l’Oratorio Estivo, sui bambini e i ragazzi impiegando gli adolescenti come abili e preparati animatori, ma potrebbe essere interessante proporre qualcosa di specifico per loro facendoli tornare da “operatori” ad “utenti”. 

Di seguito potete trovare una proposta che non ha la pretesa di essere perfetta od esaustiva ma può diventare di stimolo per pensare qualcosa di specifico per gli adolescenti. 

La proposta è stata elaborata da Don Gabriele Pelosi, don Rosario Chirico, dalla dott.ssa Stefania Capoferri per l’Oratorio delle Parrocchie di San Pietro Apostolo e San Carlo Borromeo nella Diocesi di Pavia. 

1. Il tema: Il Viaggio

 2. Gli obiettivi.

Primo obiettivo.

bussolaTema: La meta.

 

Si mette in viaggio chi ha una meta da raggiungere. La spinta a partire ce l’ha chi possiede un’aspirazione. “Da bambini succede di immaginare mondi fantastici, a mano a mano che si cresce i sogni diventano più concreti: un goal decisivo, una ragazza speciale, un bel lavoro”. In quali condizioni le nostre aspirazioni si traducono in veri e propri progetti nei quali investire le energie migliori?

Attività: gara di orienteering.

Caratteristica essenziale di questo sport è l’utilizzo di una cartina predisposta e di una bussola per attraversare un terreno sconosciuto, con passaggio obbligatorio per alcune postazioni di controllo, usando l’immaginazione, il senso di orientamento e la propria abilità al fine di selezionare il percorso migliore e arrivare al controllo finale (ossia il traguardo) nel minor tempo possibile. La scelta del percorso deve tenere conto di una serie di situazioni contingenti, quali la condizione del terreno, la rete delle strade e dei sentieri, gli ostacoli da superare e i pericoli eventuali da evitare, e richiede dunque ottime capacità di valutazione. La classifica di una gara è data dal tempo realizzato nel portare a termine l’intero percorso, visitando tutti i punti di controllo.

Finalità

L’esperienza che faremo chiede che verifichiamo:

– la capacità di immaginazione e di proiezione nel futuro;

– la disponibilità di riferimenti utili al raggiungimento di un risultato.

Secondo obiettivo

Il tema: La frontiera.

passaporto

Chi viaggia lo fa per necessità o per piacere. Il viaggio porta anche lontano. Spesso ci si spinge molto oltre i confini del proprio ambiente. Chi si mette in cammino lo fa incuriosito dalla conoscenza di altri paesi e/o dal desiderio di trovare nuovi amici. In passato come al presente, chi si mette in cammino lo fa anche perché costretto da un bisogno e preoccupato per il proprio futuro. “L’essere straniero è spesso una condizione non voluta e non cercata da chi la vive”. In quali condizioni è possibile una reale condivisione con chi attende di giungere ad un nuovo approdo? 

Attività: visita al Museo del Mare di Genova e laboratorio interculturale.

Al terzo piano del Galata, un’esposizione permanente e dinamica racconta come le migrazioni segnino la società italiana. L’allestimento attraverso ricostruzioni ambientali ricorda le destinazioni molto diverse degli italiani: quelle urbane, come la Boca, il coloratissimo quartiere di Buenos Aires ma anche quelle rurali, a volte perse nella foresta, come in Brasile, per terminare in quella più nota, Ellis Island. L’ultima sezione di Memorie e Migrazioni è dedicata all’ ondata migratoria che sta coinvolgendo anche l’Italia come paese ai confini dell’Europa.

Finalità

L’esperienza che faremo chiede che verifichiamo:

– i bisogni che spingono una persona ad uscire dal proprio ambiente;

– le paure di fronte ad un ambiente nuovo e alle persone che non si conoscono.

Terzo obiettivo

Il tema: La strada.

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Chi si mette in viaggio lo fa percorrendo quelle strade che collegano il proprio paese agli altri. Esse attraversano la terraferma, il mare e il cielo. Senza vie di comunicazione che collegano paesi e persone non potrebbe avvenire alcuno scambio. La strada favorisce non soltanto la relazione commerciale. Essa permette anche l’incontro interpersonale e lo scambio di storie per certi versi simili e per altri diverse. Storie belle ma anche difficili. Il confronto tra esperienze diverse è un’opportunità di arricchimento. “A noi di accogliere questa possibilità come di esserlo per altri che possiamo incontrare nel viaggio della vita: tutti siamo alla ricerca di ospitalità”.

Attività: incontro con i volontari e gli ospiti della CdG

La Casa del Giovane è una comunità di vita e di servizio nata nel 1971 dall’intuizione profetica del Servo di Dio don Enzo Boschetti, sacerdote della Diocesi di Pavia, morto nel 1993. Accoglie persone con varie forme di disagio: minori con problemi familiari, minori stranieri, giovani con problemi di dipendenza, madri sole con figli, persone con disagio psichico e senza fissa dimora. Accoglie anche giovani e ragazze che, come volontariato, vogliono vivere l’esperienza della condivisione, del servizio e della preghiera in uno stile di comunità.

Finalità

L’esperienza che faremo chiede che verifichiamo:

– l’apertura ad uno scambio reciproco veramente arricchente;

– il percorso per giungere ad una valutazione delle possibilità e del limite.

Quarto obiettivo

Il tema: La compagnia.

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Chi si mette in viaggio oltre a proporsi una meta deve anche cercare quelle indicazioni che gli sono necessarie per raggiungerla. Queste possono essere cercate insieme a chi ha intenzione di fare lo stesso cammino, oppure gli possono essere suggerite da chi ha già compiuto lo stesso percorso. “Il viaggiante ha il desiderio di scoprire nuovi modi di interpretare il mondo … egli è disposto a uscire dai propri schemi e ritmi. …  Il viaggio si farà più interessante se il viaggiante si farà compagno di viaggio, si lascerà accompagnare e magari guidare”. In quali condizioni l’esperienza in gruppo dà la possibilità di una lettura serena e proficua di sé?

Attività: in bici sulla via Francigena.

L’esperienza della Via Francigena è stata una scelta in parte dettata dall’occasione dell’anno giubilare della Misericordia ma anche ripresa dalle numerose esperienze di “uscite, camminate e biciclettate” vissute in questi anni con i ragazzi. Scrive Riccardo: Camminare insieme, faticare insieme al gruppo ti cambia completamente, ti fa capire che stai bene con gli altri se sei disposto a “rinunciare un po’ a te, al tuo essere “un bambino viziato”, poi stare insieme agli altri e vivere esperienze a contatto con la natura è bellissimo! Amici e natura, con il tuo fisico che ti permette di superare gli ostacoli che si presentano sulla tua via ti fa andare avari per arrivare alla meta, gustare questo obbiettivo è ripartire con adrenalina e gioia nel cuore…”

Finalità

L’esperienza che faremo chiede che verifichiamo:

– la libertà necessaria e sufficiente per vivere in oratorio e fare gruppo;

– la disponibilità a riconoscere in ciò che viene offerto una possibilità buona.

4. Il programma. Il programma dettagliato delle settimane di Grest, verrà presentato domenica 22 maggio, alle ore 15.30 presso San Pietro Apostolo, viale Cremona 46! 

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